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Sereno Regis: bella recensione di "Alice Project"


La missione ufficiale del sistema educativo,

dalla materna all’università passando per la formazione permanente,

è quella di fabbricare ingranaggi ben oliati

per una megamacchina folle, p. 15, parole di Serge Latouche a proposito della scuola.

Insegnanti, udite!

Se le parole qui sopra vi “risuonano”, questa volta non suggerisco di venire alla Biblioteca del Centro Studi Sereno Regis (dove il libro è già disponibile), ma di comprarlo direttamente; lo dico soprattutto a chi insegna, ma anche ai genitori e a chiunque abbia a che fare con bambini e ragazzi. Comprarlo soprattutto perché i diritti di vendita sono devoluti al Progetto Alice (www.aliceproject.it; www.aliceproject.org). Perciò, se volete naturalmente, compratelo; considerando anche il fatto che in fondo al libro, subito prima della copertina, troverete una chiara spiegazione del metodo di stampa del libro, della carta usata – rigorosamente ottenuta da carta straccia – del perché e percome la casa editrice è “Amica delle foreste” secondo la classifica di Greenpeace e altre utili informazioni che vi convinceranno a comprare il libro (senza timori anche dal punto di vista ambientale).

Ma chi è questa Alice?

Naturalmente è la Alice del libro di Lewis Carroll, la cui protagonista, seguendo il Bianconiglio, entra nel mondo interiore, camminando alla scoperta di pensieri, emozioni e immagini mentali.

Matrix!

È inutile, ho la “cinemite”. Trovo sempre dei riferimenti a film visti e amati, non posso farci niente! Però sentite se mi sbaglio: “Ha scritto Il maestro di Alice: bisogna lasciare la visione ordinaria della realtà, seguire il Bianconiglio. Il metodo tradizionale basato sulla mente solo analitica e sulla frammentazione dell’esperienza della realtà sui contenuti più che sui processi, è limitato, se non negativo”, p. 7. Tutta la pellicola dei fratelli Wachowski si basa su questo, e l’interprete – per cominciare il suo viaggio nella realtà, per abbandonare l’illusione, maya – segue un coniglio bianco! Ricordate?

I “nonni” di Alice

“[…] la filosofia di Alice osa porre la domanda fondamentale, che cosa sia la verità, e le dà una risposta. Nel fare questo ha avuto, naturalmente, molti, illustri predecessori. Gandhi, che sulla verità aveva basato tutta la sua famosa lotta non-violenta […]. Jacques Maritain, fautore dell’umanesimo integrale, che denunciava la perdita dell’ideale della verità come uno degli errori capitali dell’educazione moderna. Il Dalai Lama che da tutta la vita è impegnato nella ricerca della verità [tramite i] sempre più numerosi punti d’incontro tra le scienze moderne e il Buddhismo”, p. 82.

Ma c’è anche un bis-nonno, direi: l’imperatore indiano Ashoka, “che nel 260 a.C. rinunciò alla guerra e decise che la conquista più importante è quella del cuore degli uomini. Fondò ospedali, tanto per uomini che per animali, e lasciò in tutta l’Asia delle stele di pietra scolpite in sanscrito, greco, aramaico, in cui spiegava l’importanza della compassione, della convivenza e della pace”, p. 30; l’imperatore è citato più e più volte anche da Tiziano Terzani.

Il Lama non solo nonno

Il Dalai Lama infatti ha anche conferito all’Alice Project il suo patrocinio dal 2006, quando ha visitato la scuola, tenendo un discorso, riportato integralmente in questo libro, da cui è stata tratta la Prefazione delle pp. 4-5-6.

(...continua la lettura)

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